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domenica 4 marzo 2012

La coscienza

La voce di Dio nel cuore dell'uomo
L'uomo sa che è chiamato a fare il bene e ad evitare il male. Compiendo il bene realizza il senso della propria vita; facendo il male, si allontana dalla via della salvezza. La coscienza è la facoltà che permette all'uomo di distinguere il bene e il male, con un giudizio sulla singola scelta che egli è chiamato a compiere. Non è l'uomo che stabilisce ciò che è bene o ciò che è male.
Il bene ed il male è stabilito da Dio stesso e l'uomo lo scopre nell'ascolto e nell'obbidienza alla legge interiore del proprio essere, che gli dice questo è bene e questo è male. La radice ultima della coscienza è Dio stesso. Perciò la coscienza è definita la voce di Dio nel quore dell'uomo; il cuore dell'uomo è come un tempio, luogo santo, dove Dio abita e fa risuonare la sua voce per invitare l'uomo a fare il bene ed evitare il male.
Per agire bene l'uomo  deve essere consapevole che ciò che fa è bene. La coscienza retta e vera è quella che corrisponde ad un giudizio oggettivo di verità. Ma l'uomo può sbagliare nell'emettere tali giudizio. In questo caso si tratta di coscienza erronea. Se egli non è colpevole di tale errore, l'azione compiuta con tale coscienza erronea non è soggettivamente cattiva. Tuttavia l'uomo ha il dovere di impegnarsi per essere in grado di emettere in ogni circostanza un giudizio con coscienza retta. La coscienza sarà tanto più retta quanto più l'uomo  è fermamente orientato a compiere sempre il bene nella sua vita.

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