Per noi oggi la parola profeta (dal greco prophetes) indica soprattutto chi prevede il futuro. Ma i "Profeti" biblici, secondo la tradizione vissuti al tempo della " monarchia divisa", erano saggi e sapienti.
Alcune tavolette in lingua accadica scoperte a Mari (Siria), del 1750 a.C. circa, descrivono personaggi che avevano il compito di trasmettere al re messaggi divini: erano chiamati nabu , parola simile a quella ebraica per "profeti" (navì). Ma se intorno all'XI-X secolo a.C. i navì erano ancora definiti "veggenti" e " uomini di Dio" , dopo la divisione del regno (931 a.C.) il loro ruolo nella società si precisò e divennero consiglieri di corte e funzionari religiosi.
EZECHIELE
Con la morte di re Giosia, nel 609 a.C. iniziò la rapida decadenza del regno di Giuda (la parte meridionale dell'ex regno unitario di Davide. Il successore, Loiakim, cercando un compromesso tra le superpotenze del tempo, Egitto e Babilonia, scelse di stare con la prima, ma alla fine dovette sottomettersi al re babilonese Nabucodonosor (nel 603 a.C.) versandogli un tributo annuale. Una ribellione antibabilonese costò ne 597 a.C. la prima deportazione (la seconda fu nel 586) di un folto gruppo di Ebrei. Tra questi , dice la Bibbia, anche il giovane Ezechiele.
Il nome Ezechiele significa " Dio è forte". Figlio del sacerdote Buzì e anch'egli sacerdote, probabilmente era sposato, ma vedovo. In Babilonia pare vivesse vicino al "canale Chebar", in una località chiamata Tel Abib, mai identificata dagli archeologi e che però da il nome all'odierna Tel Aviv.
Ezechielecondannò gli errori politici che condussero all'esilio, ma parlò anche di un futuro di rinnovamento.
ISAIA
Nacque a Gerusalemme intorno al 760 a.C. sposò una profetessa ed ebbe due figli. molto altro di lui non si sa, benché il libro di Isaia sia l'unico integrale fra i testi biblici del II secolo a.C. scoperti a Qumran (Mar Morto) nel 1947-55.
La Bibbia colloca la sua attività al tempo in cui l'impero Assiro iniziava ad espandersi grazie alla superiorità militare. Isaia condannò i tentativi di ribellione di Samaria, capitale settentrionale del regno. E aveva ragione: nel 722 il re assiro Salmanassar V riuscì a distruggerla.
Nel 701 a.C. profetizzò che Gerusalemme si sarebbe salvata da un altro re assiro, Sennacherib. Nonostante il suo prestigio, la tradizione narra che in quell'anno il re Manasse ordinò di segarlo in due
ELIA
Il significato del suo nome (Yahweh è Dio) ne rivela la missione: difendere il culto di Yahweh contro quello di Baal, divinità fenicia adorata ad Ugarit (Siria). Elia è il più antico profeta d'Israele: sarebbe vissuto nel IX secolo a.C., quando Gezabele, moglie del re Acab e di origine fenicia, introdusse i culti "pagani" della fertilità.
Elia fu anche (caso unico nella Bibbia) una sorte di "mentore" per i giovani che volevano diventare profeti. Tra questi ci fu Eliseo, suo erede spirituale. Eliseo è noto per essere stato coprotagonista (in veste di testimone) di una delle pagine più enigmatiche dell'Antico Testamento: l'ascensione al cielo di Elia su di un carro di fuoco. Per i fan degli ufo, fu il primo rapimento alieno.
GEREMIA
Geremia (Yahweh esalterà) nacque intorno al 650 a.C. ad Anatot, l'odierna Almon, in cisgiordania. La sua attività iniziò intorno al 627 a:C., ai tempi di Gioiosa, il re a cui la Bibbia attribuisce la grande riforma religiosa seguita al ritrovamento, nel 622 a. c. al ritrovamento dei rotoli del libro della Legge (oggi parte del Deuteronomio).
Geremia predisse la rovina del regno, secondo lui politicamente e moralmente decaduto. La Giudea, in effetti, fu coinvolta dalla caduta dell'impero Assiro e dalla contemporanea espansione di quello babilonese, soprattutto sotto il re Nabucodonosor II. Un sovrano del quale un altro profeta del tempo, Daniele, avrebbe conquistato poi la fiducia.
La forza dei discorsi di Geremia (dalla cui veemenza lamentosa deriverà il termine "geremiade") lo portò a scontrarsi con i re di Giudea loiakim (609-598 a.C.) e Sedecia (597-586 a.C.). La fine della sua travagliata attività coincise con la distruzione di Gerusalemme e con la deportazione dell'elite ebrea nel regno di Babilonia.
L'archeologia ci ha restituito qualcosa di quei tragici eventi. Sono le letture ritrovate nel sito dell'antica Lachish (Israele), risalenti al 586 a.C. e perciò contemporanee alle gesta del profeta. Scritte in ebraico su cocci di terracotta, riportano dispacci urgenti sull'avanzata dell'esercito babilonese e confermano alcune vicende narrate nel libro di Geremia.
I DODICI MINORI
I dodici profeti minori sono chiamati così perché, a differenza degli altri (ai quali sono attribuiti singoli libri biblici), l'Antico Testamento ne liquida l'attività in pochi capitoli.
Eppure furono personaggi molto importanti per la storia d'Israele fra l'VIII e il VI secolo a.C.
L'epoca degli scritti attribuiti ai 12 comprende infatti due grandi deportazioni in terra straniera: Assiria (722 a.C.) e a Babilonia (586 a.C.). Ma il loro fu anche il tempo in cui fu redatta la prima parte della Bibbioa, il Pentateuco (i cinque libri o Torah: Gensi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio). fu allora che si si posero le basi "mitiche" della storia d'Israele, con la decrizione della conquista della Terra Promessa e delle vicende legate alla fine della monarchia.
Gli scritti attribuiti ai "dodici", Osea,Amos, Giona, Naum,, Sofonia, Zaccaria, Gioele, Abdia, Michea, Abacuc, Aggeo, Malachia, furono raccolti dagli ignoti autori della traduzione greca della Bibbia (detta "dei settanta", del III secolo a. C.) in un testo chiamato i dodici profeti.
A nord di Masada (Mar Morto) negli anni 50 fu scoperto in alcune grotte un rotolo di pergamena in greco contenente il più antico testo dei profeti minori giunto fino a noi, datato tra il secolo I a.C. e il I d.C..
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