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venerdì 9 febbraio 2018

L'idea di Giustizia 2


“A nessuno venderemo, a nessuno negheremo o ritarderemo il diritto e la giustizia              



6)
L’imperatore indiano Asòka (III secolo a. C.) autore di epigrafi dedicate alla condotta buona e giusta, incise su tavole di pietra e cippi disseminati all’interno ed all’esterno del paese, che parla appunto del rapporto fra i due concetti:
Asoka si esprime contro l’intolleranza e invita a comprendere che anche quando una scuola religiosa o politica si trova in conflitto con le altre, queste devono essere trattate con il dovuto onore, in ogni modo e in tutte le occasioni.
Tra le ragioni che porta a fondamento della sua esortazione c’è la considerazione, di notevole rilevanza epistemica , che le scuole degli altri sono sempre per una ragione o per l’altra, degne di rispetto. Ma Asòka va oltre, aggiungendo: “ Colui che tiene il bene della propria scuola, ma per cieco attaccamento a essa nutre disprezzo per le scuole altrui, con tale comportamento non fa in realtà che recare alla propria scuola il peggior danno possibile”.
In questo modo Asòka intende chiaramente indicare il fatto che l’intolleranza verso le convinzioni e le religioni altrui non favorisce la giustezza delle proprie idee politico religiose. Il comportamento che ne consegue può essere definito “ non buono” e “non intelligente”.
7)
Nella sua riflessione  sulla giustizia sociale Asòka non si ferma alla convinzione che migliorare il benessere e la libertà del popolo sia uno dei compiti importanti dello Stato e dei membri di una società; considera anche l’idea che lo sviluppo sociale si possa promuovere attraverso l’impegno dei cittadini a seguire una buona condotta, senza che diventi necessario obbligarli a farlo
Asòka (Imperatore Indiano del III secolo a.C.)
8)
Le disuguaglianze sociali ed economiche devono soddisfare due condizioni: primo, devono essere associate a cariche e posizioni aperte a tutti in condizioni di equa uguaglianza delle opportunità; secondo, devono dare il massimo beneficio ai membri meno avvantaggiati della società.
9)
Le persone ragionevoli non sono mosse dal bene generale in quanto tale, ma desiderano (come fine in sé) un mondo sociale nel quale possano cooperare da individui liberi e uguali con altre persone, a condizioni accettabili per tutti; e vogliono fermamente che in questo modo ci sia reciprocità, e che ognuno ne benefici insieme agli altri.
Una persona è invece irragionevole (sotto lo stesso aspetto di base)  quando desidera impegnarsi in sistemi cooperativi ma non è disposta a onorare o anche solo a proporre (se non come indispensabile finzione pubblica) alcun principio o criterio generale che specifichi equi termini di cooperazione. Simili persone sono pronte a violare questi termini ogni volta che ne hanno la convenienza e che le circostanze glielo consentano.

 Alessandro Magno , quando invase l’India (325 a.C.) ,In un confronto dialettico con filosofi giainisti chiese perché si rifiutassero di dedicargli attenzione. La sua domanda ricevette una risposta d’intonazione democratica:
“ O re Alessandro, a ogni uomo può possedere tanta parte della faccia della terra quanta è questa su cui stiamo. Non sei che un uomo come noi, salvo che tu sei sempre indaffarato, ma per cose da cui non viene alcun bene e, lontano tante miglia dalla patria, rechi disturbo a te stesso e agli altri …. Presto sarai morto, e allora possiederai solo quel tanto di terra che basterà a seppellirti”.

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