PAROLA DEL SIGNORE
Presentazione:
La risonanza suscitata da “ Parola del Signore “ ha dimostrato
che la Bibbia è sempre attuale.
Oggi, come duemila anni fa , il suo messaggio continua ad essere ascoltato e
letto con piacere, purché venga espresso
in un linguaggio comprensibile all’uomo del nostro tempo. Ma una
traduzione, anche se fatta in un linguaggio corretto e semplice, solo può
dire in modo equivalente ciò che il testo originale diceva degli
antichi lettori di Corinto, di Roma, di Efeso, o di Tessalonica ecc….
Da essa è difficile , se non
impossibile , sapere chi sia l’autore di ogni scritto , a quale comunità
appartenesse, in che periodo della storia, dove e per chi abbia scritto. Così
pure non è sempre facile percepire le affinità di pensiero tra uno scritto e
l’altro , la situazione del mittente e dei destinatari e la loro problematica.
Ebbene la presente
edizione di “ Parola del Signore” vuole con alcune annotazioni aiutare il
lettore a conoscere nelle loro linee
essenziali tali problemi. Per questo ogni singolo scritto (vangeli. Lettere,
ecc..) ogni sua parte e i singoli brani saranno preceduti da un titolo o una breve introduzione. Non si
tratta di un commento esaustivo . Si vuole semplicemente rilevare , a volte con
semplici interrogativi , i punti di vista , le premesse e i problemi
presupposti dai brani in questione . Il lettore di oggi deve saper comprendere
quanto veniva raccomandato al lettore di allora, in modo da capire fino a che
punto il messaggio lo interpella e lo coinvolge.
Introduzione:
Il Nuovo Testamento si apre
con i quattro Vangeli che sono il racconto della vita di Gesù, riferiscono il
suo insegnamento , le opere da lui compiute , la sua morte e la sua
resurrezione.
La caratteristica principale
dei primi tre vangeli , quelli di
Matteo, Marco e Luca, è questa: che presentano sorprendenti
somiglianze e, in alcuni casi, vere e
proprie coincidenze. Malgrado ciò ogni
vangelo conserva una sua inconfondibile fisionomia e offre all’intero messaggio del Nuovo
Testamento un suo tipico contributo.
Il Vangelo di Giovanni si distingue dagli altri perché l’autore mette in luce alcuni aspetti centrali della persona di Gesù, e ne propone
una meditazione profonda.
Ai Vangeli seguono gli Atti
degli Apostoli : quasi un “diario” della prima comunità cristiana , steso
da Luca.
Vengono poi , nell’ordine , le lettere di Paolo, che, però, sono i
primi scritti del Nuovo Testamento: Paolo infatti è morto prima che gli evangelisti scrivessero il loro vangelo . Queste lettere,
nello stile del tempo, espongono e sviluppano gli atteggiamenti diversi della
fede, e dicono come questa deve tradursi nella vita.
Seguono ancora nell’ordine : la lettera agli Ebrei che è un appello
rivolto ai cristiani di origine ebraica
molto legati alle loro antiche tradizioni, perché rimangano fedeli a
Gesù, l’unico vero Messia; e lettere
chiamate “cattoliche” o “universali”, che affrontano temi e
problemi che riguardano la condotta delle prime comunità.
L’ultimo libro del Nuovo
Testamento, l’Apocalisse, si stacca
dai precedenti , perché il suo autore , con potente simbolismo, schiude il
nostro sguardo sulla fine dei tempi , in
base a quanto gli ha rivelato Cristo, centro della Storia.
E’ fuori dubbio che nel Nuovo
Testamento s’incontrano differenze anche marcate di stile e di contenuto:
perché raccoglie ventisette scritti (comunemente chiamati libri); e c’è in esso
, nell’arco di cinquant’anni , la mano di una dozzina di autori. Eppure il
Nuovo Testamento (è questa la sua singolare originalità) s’incentra tutto su un
solo motivo: l’amore di Dio per gli uomini rivelato nella persona di Gesù
Cristo. Si che le sue pagine altro non sono
che variazione del medesimo tema . Come in una sinfonia.
Questa traduzione è la prima
iniziativa del genere in Italia. Essa è stata realizzata , secondo i principi
direttivi interconfessionali , da un gruppo di studiosi cattolici e protestanti
che hanno lavorato assieme per parecchi
anni , seguiti dai responsabili delle
rispettive chiese. Il progetto è stato approvato separatamente
dalle varie confessioni cristiane , quelle che hanno impegnato gli
esperti nel lavoro; il testo finale ,
dell’Alleanza Biblica Universale e, da parte cattolica, dall’autorità ecclesiastica.
VANGELO DI MATTEO
Molto presto la Chiesa ha riconosciuto la “ Buona Notizia” secondo
Matteo come il vangelo più importante .
Per lungo tempo esso fu ritenuto il più antico . Oggi gli studiosi della
Bibbia sono senz’altro d’accordo a ritenere che il primo a scrivere un vangelo
fu Marco, mentre Matteo (come del resto Luca) conoscendo già il vangelo di
Marco scrisse il proprio vangelo attingendo da quello . A disposizione di
Matteo c’era inoltre una raccolta di
“detti” di Gesù nonché di ulteriori tradizioni, in parte originarie, delle più
antiche comunità.
Struttura e carattere dell’opera:
Matteo strutturò il suo vangelo in modo chiaro ed efficace . Esso va da
Abramo , capostipite di Israele (1,2), fino a quando Gesù manda i suoi Apostoli
in tutto il mondo (28,19-20). A dare l’impronta
al suo vangelo sono i grandi discorsi: il discorso della montagna
(cc.5-7), il discorso della missione dei discepoli (9,35-11,1), quello delle
parabole (13,1-52) , il discorso della
vita comunitaria (18,1-20), il discorso contro i farisei (23,1-36) e il discorso sulla fine dei tempi (cc.24-25)
. In Gesù Matteo vede soprattutto il maestro
mandato da Dio, a interpretare nel modo giusto e definitivo la legge di
Mosè (5,17) , mostrando agli uomini ciò che Dio
si spetta da loro . Leggendo il vangelo di Matteo non si può fare a meno di notare che Gesù è colui che realizza l’Antico
Testamento portandolo a compimento, Ciò
è particolarmente percettibile nelle narrazioni
della nascita e infanzia di Gesù (1,22-23;2,5-6.15.17-18.23); man mano
poi che il vangelo si snoda si
continua a ricordare sempre più
incisivamente con citazioni dell’Antico Testamento che Gesù parla e agisce come
i profeti avevano preannunziato
(4,14-16; 8,17; 12,17-21; 13,35; 21,4-5; 26,56; 27,9-10).
Gesù e Israele:
Per quanto sottolinei che Gesù realizza le promesse fatte da Dio a
Israele, suo popolo, il vangelo di Matteo è però anche caratterizzato da un
continuo scontro tra Gesù e i capi degli Ebrei . Si riflette in esso la
situazione che seguì la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. quando cioè le
comunità ebraiche respingevano sempre più i cristiani , mentre i Farisei
stavano diventando i capi incontrastati
dell’ebraismo . Matteo ha riportato frasi come: “ io sono stato mandato
soltanto per le pecore sperdute del
popolo di Israele” (15,24), “non andate fra gente straniera e non entrate nelle
città della Samaria” (10,5). Nel suo vangelo si legge però anche che il popolo
ebraico ha perduto la sua predestinazione: esso infatti , pur avendo conosciuto
e approvato la volontà di Dio, non l’ha voluta seguire (21,28-32; 23,13-36), ha
respinto i comandamenti di Dio e non li ha voluti osservare (21,33-46; 23,34-36.37-39)
, ha rifiutato l’inviato di Dio (22,1-14) escludendosi in tal modo dalla
comunione con lui. A Israele subentra la comunità cristiana formata da uomini
provenienti da tutte le nazioni : “ E io vi dico che saranno molti quelli che verranno da fuori , da oriente e
da occidente , e si metteranno a tavola
con Abramo , Isacco e Giacobbe nel regno di Dio. Invece, quelli che
dovevano restare nel regno saranno gettati fuori, nelle tenebre” (8,11-12). Per
Matteo dunque il vero Israele è la comunità cristiana , alla quale passa la
missione che già era di Israele: essere
luce per il mondo. (Ciò nonostante in 23,39 Matteo sottolinea che la condanna
che ha colpito il popolo di Dio non sarà definitiva).
Una predicazione ecclesiale:
Matteo comunque intende anche richiamare l’attenzione della Chiesa sul
fatto che essa non è ancora la comunità
perfetta: in mezzo al grano vi è pure l’erba cattiva (13,36-43), nella rete vi
sono anche pesci cattivi (13,47-50), e tra gli ospiti ce n’è uno che non
indossa il vestito della festa (22,11). Matteo sottolinea ancora che non tutti
coloro che diranno: “ Signore,Signore”
entreranno nel regno di Dio (7,21-23). “ Se non fate la volontà di Dio più
seriamente di come fanno i Farisei e i maestri della legge, voi non entrerete
nel regno di Dio”. Anche i cristiani possono perdere la possibilità di
appartenere al vero popolo di Dio. Il giudizio universale incombe anche su di
loro. Allora si vedrà chi si sarà davvero comportato da seguace di Cristo, se
avrà soltanto esclamato “Signore, Signore” o se invece sarà vissuto in modo
coerente.
Autore e Tempo:
Chi ha scritto il Vangelo
secondo Matteo? L’autore non dice il proprio nome. Il titolo “ Secondo Matteo”
venne aggiunto in un secondo tempo. In base ad un osservazione di Papia,
vescovo dell’Asia Minore nella metà del II secolo, il vangelo andrebbe
attribuito al discepolo Matteo, che si chiamava Levi ed era esattamente delle
tasse, ma che in questo Vangelo viene detto Matteo. Però un testimone oculare
dovrebbe forse dipendere da altre fonti ed assumerle in parte letteralmente?
Dato che l’autore sii presenta come molto esperto nella scienza degli scribi, è
lecito supporre che fosse molto vicino ai circoli dei maestri della legge.
Tuttavia egli ha scritto il suo Vangelo in lingua Greca, pur accogliendo tutto
il patrimonio legato alle tradizioni delle prime comunità della Palestina, e la
sua comunità vive in continuo conflitto con la comunità ebraica.
Per questi motivi si suppone
che vivesse nelle regioni vicine alla Palestina, forse in Siria. Il Vangelo di
Matteo dev’essere stato scritto intorno all’80 d.C.
Le fonti:
Già molto presto le comunità
cristiane della Palestina avevano cominciato a radunare i “ detti” di Gesù per
la predicazione e l’insegnamento. E’ probabile che questa raccolta sia stata
presto affidata allo scritto. Tale raccolta di “detti” pur non essendo giunta
fino a noi può essere riconosciuta in una certa misura. Dato che Matteo e Luca
sfruttano ampiamente come fonte comune quello che si legge nel Vangelo di
Marco, fino a coincidere nella serie dei “detti” e in parte anche nel testo, si
può essere quasi certi che qui essi seguono un modello scritto.
Della raccolta di “detti”
fanno parte, ad esempio, il Padre nostro (Matteo 6,9-13; Luca 11,2-4); i detti
sulle preoccupazioni (Matteo 6,25-34; Luca 12,22-31); sulla preghiera (Matteo
7,7-11; Luca 11,9-13); sul seguire Gesù (Matteo 8,19-22; Luca 9,57-60), e
probabilmente anche il discorso della pianura (Luca 6,20-49) che Matteo
completò nei cc. 5-7 con altri detti di Gesù.
L’ORIGINE DI GESU’, LA SUA NASCITA E
INFANZIA (CC.1-2)
Pochi Racconti del nuovo
Testamento sono così generalmente
conosciuti ed amati come quelli della nascita e dell’infanzia di Gesù, che
aprono i Vangeli di Matteo e di Luca. Confrontando però attentamente i racconti
dei due Evangelisti non si può non notare che gli avvenimenti da essi narrati
non sono gli stessi. Anche i dati che permettono un confronto, come l’elenco degli
antenati di Gesù e la sua nascita, sono visti da due punti di vista
completamente diversi. Anche Matteo, come Luca non ha voluto redigere un
resoconto, ma piuttosto porre l’accento sull’identità di questo bambino
chiamato Gesù, e sul significato della sua nascita per la storia di Dio con gli
uomini. Le narrazioni dei primi due capitoli di Matteo intendono appunto
dimostrare che Gesù è colui che adempie e porta a compimento quanto Dio ha
promesso al suo poplo nell’Antico Testamento.
Gli Antenati di Gesù
Non ci troviamo di fronte a
una semplice enumerazione degli antenati di Gesù. L’albero genealogico intende
infatti dimostrare che tutta la storia di Israele si avvia secondo la sua mèta
secondo il piano prestabilito da Dio, e trova in essa il suo adempimento. La
mèta è Gesù. Abramo ,il capostipite di Israele, aveva ricevuto la promessa che
Dio, per mezzo suo, avrebbe benedetto tutti i popoli della terra (Genesi
12,2-3; vedi Galati 3,8). Alla casa del re Davide Dio aveva promesso
discendenza per sempre (2 Samuele 7,11-16). Vengono pure nominate quattro
donne. Dio le scelse in condizioni straordinarie ad esere madri (Genesi 38;
Giosuè 2; Rut 1-4; 2 Samuele 11) Esse preparano la strada a Maria.
1)
Gesù Cristo è un discendente
di Davide, il quale a sua volta è un discendente di Abramo. Ecco l’elenco degli
antenati della sua famiglia :
Abramo fu il padre di Isacco;
Isacco di Giacobbe; Giacobbe di Giuda e dei suoi fratelli; Giuda fu il padre di
Fares e Zara (loro madre fu Tamar); Fares di Esròm; Esròm di Aram; Aram fu padre di Aminadàb; Aminadab’ di
Naassòn; Naassòn di Salmòn; Salmòn fu il padre di Booz (la madre di Booz fu
Racab); Booz fu il padre di Obed (la madre di Obed fu Rut); Obed fu il padre di
Iesse; Iesse fu il padre di Davide.
Davide fu il padre di Salomone
(la madre era stata moglie di Uria)¸Salomone fu il padre di Roboamo; Roboamo di
Abia; Abia di Asàf; Asàf fu il padre di Giòsafat; Giòsafat di Ioram; Ioram di
Ozia; Ozia fu il padre di Ioatam; Iotam di Acaz; Acaz di Ezechia; Ezechia fu il
padre di Manasse; Manasse di Amos; Amos di Giosia;
Giosia fu il padre di Ieconia
e dei suoi fratelli, al tempo in cui il popolo di Israele fu deportato in
esilio a Babilonia. Dopo l’esilio a Babilonia, Ieconia fu il padre di Salatiel; Salatiel fu il padre di Zorobabèle; Zorobabèle fu il padre di
Abiùd; Abiùd di Eliacim; Eliacim di Azor;
Azor fu il padre di Sadoc; Sadom di Achim; Achim di Eliùd; Eliùd fu il padre di Eleàzar; Eleàzar di Mattan; Mattan di Giacobbe; Giacobbe fu il padre di Giuseppe; Giuseppe sposò Maria e Maria fu la madre di Gesù, chiamato Cristo.
Così da Abramo a Davide ci
sono quattordici generazioni; dal tempo di Davide fino all’esilio di Babilonia
ce ne sono altre quattordici; infine dall’esilio in Babilonia fino a Cristo ci
sono ancora quattordici generazioni.
Come nacque Gesù
Negli ambienti ebraici si pensava
che il Messia, il Salvatore promesso sarebbe stato un successore di Davide.
Giuseppe, il cui albero genealogico
riconduce a Davide , viene qui presentato come il padre legale di Gesù.
Non solo: Dio il creatore, del mondo, interviene e mediante il suo Spirito
genera questo figlio, adempiendo così la promessa contenuta nel libro di Isaia.
Ecco come è nato Gesù Cristo.
Maria, sua madre, era fidanzata con Giuseppe: essi non vivevano ancora insieme,
ma lo Spirito Santo agì in Maria ed ella si trovò incinta . Ormai Giuseppe
stava per sposarla. Egli voleva fare ciò che è giusto, ma non voleva denunziarla
di fronte a tutti . Allora decise di rompere il fidanzamento, senza dire niente
a nessuno.
Ci stava ancora pensando ,
quando una notte in sogno gli apparve un
angelo del Signore e gli disse: “ Giuseppe, discendente di Davide, non devi avere paura di
sposare Maria, la tua fidanzata: il
bambino che lei aspetta è opera dello
Spirito Santo. Maria partorirà un figlio e tu gli metterai nome Gesù , perché
lui salverà il suo popolo da tutti i peccati.
E così si realizzò quel che il
Signore aveva detto per mezzo del profeta Isaia:
“ Ecco, la vergine sarà incinta, partorirà un figlio ed egli si
chiamerà Emmanuele.
Questo nome significa: “Dio con noi”
Quando Giuseppe si svegliò,
fece come l’angelo di Dio gli aveva ordinato e prese Maria in casa sua. E senza
che avessero avuto fin allora rapporti matrimoniali, Maria partorì il bambino e
Giuseppe gli mise nome Gesù.
Alcuni uomini sapienti vengono dall’oriente
Il racconto preannunzia che le
promesse di Dio hanno valore per il popolo di Israele, ma il re Erode teme
La “concorrenza” e non intende
farsi disturbare da Dio. I popoli di tutto il mondo, però, verranno e
renderanno omaggio a Gesù.
Basandosi sui doni regali, la
tradizione posteriore della chiesa vide negli uomini sapienti dei re ricchi e
potenti intorno ai quali andò formandosi
un numero sempre maggiore di leggende.
2)
Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della
Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme
alcuni uomini sapienti che venivano dall’oriente e domandarono: “ Dove si trova
quel bambino , nato da poco, il re dei Giudei? In oriente abbiamo visto apparire
la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”.
Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di
Gerusalemme, e specialmente il re Erode.Il quale, appena lo seppe, radunò tutti
i capi dei sacerdoti e i maestri della legge e domandò:
In quale luogo deve nascere il Messia?
Essi risposero:
A Betlemme, nella regione della Giudea, perché il profeta
ha scritto:
Tu Betlemme, del
paese di Giudea, non sei certo la meno importante tra le città della Giudea,
perché da te uscirà un capo che guiderà il mio popolo, Israele.
Allora re Erode chiamò in segreto qui sapienti venuti da
lontano e si fece dire con esatezza quando era apparsa la stella. Poi li mandò
a Betlemme dicendo: “ Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando
l’avrete trovato, fatemelo sapere, così anch’io andrò a onorarlo”.
Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi
partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano
visto in oriente, ed essi furono pieni di grandissima gioia. La stella si
muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava
il bambino. Là si fermò.
Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua
madre, Maria. Si inginocchiarono e adorarono il bambino. Poi aprirono i bagagli
e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra.
Più tardi in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re
Erode. Essi presero allora un’altra strada e ritornarono al loro paese.
Giuseppe e Maria
fuggono in Egitto
Un tempo i padri di Israele andarono in
egitto. Più tardi diventarono schiavi, ma sotto la guida di Mosé furono
liberati dalla schiavitù e condotti fuori dall’Egitto. Il popolo di Israele
ripensava a quella liberazione con riconoscenza; era stato Dio ad aiutarli: “ E
l’Ha chiamato a uscire fuori dall’Egitto perché era suo figlio”. Questa parola
che un tempo valse per Israele, ora vale per Gesù. Egli subentra al posto del
popolo di Dio, egli solo è il figlio di Dio.
Nell’Antico Testamento si narra più volte
che Dio ha salvato gli uomini nei momenti difficili attraverso sogni rilevatori
(ad esempio, Genesi 28,10-17). Gius (vedi 1,20; 2,19-22) Giuseppe viene ora
guidato nello stesso modo (vedi 1,20;
2,19-22)
Dopo la partenza dei sapienti, Giuseppe fece un sogno:
l’Angelo di Dio gli apparve e gli disse: “ Alzati, prendi con te il bambino e
sua madre e fuggi in Egitto. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Tu
devi rimanere là, fino a quando io non ti avvertirò”.
Giuseppe si alzò, di notte prese con se il bambino e sua
madre e si rifugiò in Egitto. E vi rimase fino a quando non morì re Erode. Così
si realizzò quel che il Signore aveva detto per mezzo del profeta Osea.
Ho chiamato mio
figlio dall’Egitto.
Erode fa uccidere
i bambini di Betlemme
In Esodo 2,1-10 si narra che Mosè, il futuro
capo e liberatore, fu salvato dalla strage ordinata dal faraone. Gesù è il
nuovo Mosè, salvato dalla strage di Erode.
Il re Erode si accorse che i sapienti dell’oriente lo
avevano ingannato e allora si infuriò. Ricordando quel che si era fatto dire da
loro, calcolò il tempo; e quindi fece uccidere tutti i bambini di Betlemme e
nei dintorni, dai due anni in giù. Allora si realizzò quel che Dio aveva detto
per mezzo del profeta Geremia:
Una voce si è
sentita nella regione di Rama, pianti e lunghi lamenti. Rachele piange i suoi
figli e non vuole essere consolata, perché essi non ci sono più.
Giuseppe e Maria tornano dall’Egitto
Nàzaret è la città di Gesù (vedi Marco 6,1).
Come mai egli giunse proprio in quel luogo insignificante, di cui i pii
Israeliti potevano dire: “ Di Nàzaret ? Dal quel paese non può venire nulla di
buono “ (Giovanni 1,46). La narrazione che segue risponde a questo
interrogativo.
Dopo la morte di
Erode un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto. L’Angelo
gli disse: “ Alzati, prendi il bambino e sua madre e torna con loro nella terra
d’Israele: perché ormai sono morti quelli che cercavano di far morire il
bambino”.
Nessun commento:
Posta un commento