Il Capitalismo nacque nel Medioevo, con lo sviluppo dei commerci e la nascita delle banche (in Toscana prima e nei Paesi bassi poi) La conquista delle Americhe e l'affermazione della Borghesia lo fecero crescere fino al 700 quando divenne la base economica della rivoluzione industriale.
STATO E MERCATO:
La crisi economica del 1929 mostrò però i limiti del sistema: i rischi della speculazione. La grande depressione che ne seguì fu superata grazie ad un maggiore intervento pubblico in economia, anche negli Stati Uniti.
Nel dopoguerra si affermarono due varianti: il Capitalismo di Stato (introdotto anche in alcuni stati Comunisti e basato su nazionalizzazioni delle industrie) e il Neocapitalismo (senza intervento statale). Fu quest'ultimo a prevalere nel 1989. Seguì la deregulation, un liberismo radicale il cui mercato avrebbe dovuto autoregolarsi.
Nel frattempo, con la globalizzazione, si è consolidato il capitalismo finanziario: a reggere il sistema non sono più gli scambi di merci, ma quelli di titoli e prodotti finanziari.
SOCIALISMO:
Insieme di teorie politiche (sviluppate da fine 700) che miravano a favorire l'uguaglianza dei cittadini, basandosi sul principio delle priorità degli interessi generali rispetto a quello dei singoli. Comporta la limitazione alla proprietà privata e un intervento statale sull'economia.
COMUNISMO:
Sistema sociale in cui la proprietà è posseduta in comune da tutto il popolo e che presuppone l'idea del dissolvimento dello Stato, in quanto non più necessario. In realtà, nelle applicazioni pratiche dei regimi comunisti del 900, lo Stato è diventato spesso totalitario.
MARXISMO:
E' la corrente di pensiero ispirata alle teorie di Marx ed Engels. Rispetto al socialismo ha un carattere più rivoluzionario e radicale. Punta soprattutto sull'organizzazione collettiva del lavoro e sulla comunanza dei mezzi di produzione, sottratti alla proprietà privata.
LIBERISMO:
E' la dottrina economica e politica per cui la libera iniziativa individuale e il mercato non devono essere limitati in alcun modo. Nato nel 700, in origine includeva l'idea del bene comune. Dagli anni 80 il neoliberismo esclude ogni tipo di regolazione dei mercati.
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