Un aquilone legato ad un filo sottile si librava nell'aria, come danzando, pilotato dolcemente dalle mani esperte di un piccolo uomo, il suo creatore. Godeva l'ebrezza del cielo e del sole e di quella danza con il vento. Ma un giorno sentì il desiderio di andare più in alto da solo. Fu allora che si accorse che quel filo sottile glielo impediva.Cominciò a dimenarsi, a dare strattoni. Tanto si agitò che ad un certo punto il filo si spezzò. L'aquilone cominciò a volare da solo, finalmente libero, felice di danzare nel vento senza catene.
Il piccolo uomo lo chiamava, supplicandolo di non andare troppo in alto, ma egli ormai libero, non ascoltava le sue parole.
Improvvisamente il vento divenne più forte e cominciò a sbatterlo da ogni parte, a trascinarlo in una folle corsa.
Avrebbe voluto rallentare, fermarsi per un attimo, ma non poteva. Il vento lo feriva con le sue raffiche mortali, lo mandava a sbattere contro le cime degli alberi e non poteva scansarle. Cominciò ad avere paura.
Vide sotto di sé il piccolo uomo che correva affannosamente cercando di non perderlo di vista. Provò nostalgia per quel viso sorridente, ma il vento non gli dava tregua, sembrava divertirsi a tormentarlo.
All'improvviso il vento cessò e l'aquilone scese rapidamente. Vide davanti a se una grossa pozzanghera che si fece sempre più vicina. Provò un brivido, ma non poté cambiare strada. E' la fine, pensò, ma poi, improvvisamente si sentì sollevato delicatamente da una mano familiare. Il piccolo uomo, tutto sporco di fango, lo asciugò pazientemente.
Passarono i giorni e l'aquilone tornò a volare legato a quel filo sottile, tra le mani del piccolo uomo e capì che quel filo sottile non era una catena crudele, ma un appiglio sicuro contro le avversità. Aveva capito, finalmente che la libertà è bella, ma ha un prezzo, che occorre pagare.
Nessun commento:
Posta un commento