IL CANONE DELLA BIBBIA
Per gli Ebrei e per i Cristiani.
Dalla originaria designazione di “
strumento di misura” il canone (dal
greco Kanon, asta di misurazione)ha assunto il significato di “elenco”, “
norma” . In questa eccezione il canone indica la raccolta degli scritti biblici
riconosciuti come ispirati da Dio e normativi per la vita e la fede degli Ebrei
e dei Cristiani.
Il
canone degli ebrei
è limitato al solo Antico Testamento, che si compone di 39 libri (gli ebrei non riconoscono il Nuovo Testamento). Poiché
sette libri dell’Antico Testamento erano stati scritti in greco, le autorità
religiose ebraiche non li accettarono nel loro canone. Questi libri sono : Tobia, Giuditta, Sapienza, Siracide, Baruc,
Primo e Secondo libro dei Maccabei.
La chiesa cattolica, invece li ha
accolti chiamandoli deuterocanonici,
cioè accolti in un “ secondo” (in greco deuteros) “canone” (in greco Kanon) e
cos’ i libri dell’Antico Testamento nella Bibbia sono 46.
Il
Canone dei Cristiani
oltre ai 46 libri dell’Antico Testamento, comprende anche i 27 libri del Nuovo
Testamento . La fissazione del canone dei libri del Nuovo testamento non fu
facile, perché alcuni libri ( come la lettera di Giacomo. La prima lettera di
Pietro, la seconda lettera di Giovanni) non compaiono nei primi elenchi dei
libri accolti dalla chiesa.
L’elenco ufficiale e definitivo dei
libri canonici sia dell’Antico Testamento (46 libri) sia del Nuovo Testamento
(27 libri) fu stabilito dal concilio di Trento (1546), che ne fissò il numero,
il nome e l’ordine.
Le
chiese Protestanti
accolgono invece il canone degli ebrei per l’Antico Testamento (39 libri) e
chiamano i sette libri deutorocanonici (che non riconoscono) con il nome di “
apocrifi (cioè libri da tenere “nascosti” e da non leggere in pubblico.
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